
Ph. Matteo Di Nicola
Rana verde
Pelophylax sp.
La tipica rana verde dei fossi, un tempo molto comune, oggi decisamente meno.
E’ una rana molto legata all’acqua, fino a pochi decenni fa’ era presente in gran numero nelle campagne di tutto il Veneto, in ogni fossato e stagno. In tarda primavera e in estate il suo potente gracidare era udibile a decine di metri, segno della sua abbondante presenza.
In molte zone ha conosciuto purtroppo un forte declino fino a scomparire del tutto dalla maggior parte delle campagne, resistendo dove le condizioni naturali degli habitat sono ancora accettabili.
Le cause della sua sparizione sono sicuramente molte: in primo luogo legate all’alterazione degli habitat acquatici da cui è fortemente dipendente. Sicuramente possiamo annoverare tra le cause: Agricoltura intensiva, con conseguente inquinamento dell’acqua, bonifiche e interramento di canali e fossati, pulizia delle scoline con mezzi meccanici e rimozione della vegetazione acquatica; ma anche introduzione di nuove specie alloctone invasive, come gamberi della louisiana, Trachemys, pesci ecc.
Protetta da Convenzione di Berna, Appendice III e Direttiva Habitat Appendice IV
Come riconoscerla
Rana di dimensioni medio grandi. Da 5 a 12 cm.
Colorazione verde o marroncina con alcune macchie scure, ventre bianco. Pelle liscia o leggermente granulosa. Occhi grandi e sporgenti. Per distinguerla da altre rane: la macchia temporale è assente, e durante il canto rigonfia dei sacchi golari ai lati della bocca.

Come vive
Specie eliofila, è comune vederle al sole negli stagni, gregaria, presente di solito in piccoli gruppi, e molto legata all’elemento acqua. Si può trovare in canali, stagni, fossati e paludi. Possibilmente con ricca vegetazione acquatica dove mimetizzarsi e ancorarsi, in attesa di catturare qualche insetto.
Si riproduce tra marzo e giugno, depone degli ammassi di uova. I maschi in questo periodo si esibiscono nel loro poderoso gracidio per attrarre le femmine.
