Rospo smeraldino

Esemplare femmina – Ph. Matteo Di Nicola

Rospo smeraldino
Bufotes viridis

Questo rospo di medie dimensioni è probabilmente familiare anche a chi vive in centri abitati e periferia della città, è infatti una specie che si adatta anche a contesti ambientali piuttosto antropizzati, e spesso trova condizioni idonee alla sua sopravvivenza anche in giardini e cortili, edifici rustici, zone industriali e parchi urbani.

E’ possibile vederlo nelle sere primaverili ed estive a caccia di insetti, nei cortili delle case e lungo i muretti. Specie tipicamente planiziale, diffusa in maniera abbastanza continua in tutta la pianura, ad eccezione delle aree più densamente urbanizzate e caratterizzate da traffico veicolare importante, che costituisce per questa specie una delle maggiori fonti di rischio per la sua sopravvivenza, insieme all’inquinamento prodotto dall’agricoltura intensiva.

Come riconoscerlo

Rospo di medie dimensioni, più piccolo del rospo comune: 7-10 cm. Le femmine, come nelle altre specie di anfibi, sono più grandi dei maschi. Pelle verrucosa, colore di fondo beige-grigio chiaro. Presenti delle macchie verde-brillante su tutto il dorso e le zampe, macchie ben definite e contrastate dal colore di fondo. Si possono notare le ghiandole parotoidi dietro la testa. Si possono distinguere dal rospo comune anche per la colorazione dell’iride giallo-verde. 

Esemplare maschio – Ph. Matteo Di Nicola
Esemplare femmina – Ph. Matteo Di Nicola

Come vive

Questo rospo è una specie molto resistente ed adattabile. Specie principalmente terricola, tranne nel periodo della riproduzione, in cui si reca in acqua per riprodursi. Diffusa in maniera abbastanza continua in pianura, diventa più rara in collina, raramente superando i 500 metri di quota. Può trovarsi anche in zone litoranee e costiere, riuscendo a riprodursi anche in acque leggermente salmastre, purchè sia presente un po’ di umidità e della vegetazione dove ripararsi durante il giorno. Anfibio termofilo, sopporta abbastanza bene anche habitat piuttosto asciutti, predilige terreni sabbiosi e argillosi, tende ad evitare una copertura arborea continua, come i boschi fitti.

In maggio-giugno si riproduce, deponendo dei cordoni di uova gelatinosi in corpi idrici con acque ferme e stagnanti, come ad esempio: fossati, stagni, tombini, raccolte d’acqua temporanee come pozzanghere e scavi di cantiere. Specie che tende a colonizzare anche habitat acquatici immaturi e temporanei. 

Accoppiamento – Ph. Matteo Di Nicola